Autoconclusivo
Disponibile in Kindle Unlimited
All’interno, un estratto in esclusiva del secondo libro di Nikolai previsto per l’inverno 2021
Tornerò sempre da te, Bianca.
La designer di abiti da sposa Bianca Bradshaw ha sempre giocato secondo le proprie regole in amore, finché non è apparso Sergei.
Quell’imponente russo ha abbattuto le mura che proteggevano il suo cuore con la stessa facilità con cui le ha sfondato la porta di casa.
Bianca ora non può pensare a un solo giorno lontana da lui, per non parlare del fatto che la loro relazione è coronata dall’arrivo di un bambino.
Del resto Sergei si è affrancato dalla malavita e ora l’ex guardia del corpo del Boss intende sposarla e renderla la donna più felice del mondo.
O almeno, questo è il piano.
Perché Sergei imparerà presto che nessuno riesce a tagliare definitivamente i ponti con la criminalità.
Un affare in sospeso minaccia quella famiglia che lui non vede l’ora di costruire insieme a Bianca, ma non c’è linea che non sia disposto ad attraversare pur di proteggere sua moglie e il bambino che sta per nascere.
Estratto:
Con un sorriso ironico sul suo bel viso, disse: — Prometto che non smetterò mai di buttare giù le porte per te.
— Non sono molte le donne che possono dire di essersi innamorate del loro futuro marito dopo che lui ha sfondato la porta di casa per salvarle da una tenda della doccia — risposi con una risata.
— Lo rifarei ancora. — Si chinò su di me per baciarmi. — E ancora. — Mi baciò la guancia sinistra. — E ancora. — Le sue labbra mi sfiorarono la guancia destra. — Ti proteggerò da tutto, Bianca.
Sapevo che credeva in tutto ciò che mi stava dicendo. Dalla tenda della doccia, dai pazzi delinquenti razzisti: non c’era niente che non avrebbe fatto per tenermi al sicuro.
— Ti amo, Sergei.
Mi strinse tra le sue braccia poderose. — Ti amo, Bianca. Sempre. — Poi mi depositò un bacio sulla sommità della testa. — Per sempre.
Le nostre bocche si incontrarono appassionate. Sergei indietreggiò verso il divano più vicino e vi si sedette sopra. Mi trascinò sulle sue ginocchia, afferrandomi il sedere e costringendomi a mettermi a cavalcioni su di lui. La mia gonna era troppo stretta, così me l’arrotolò intorno ai fianchi e scoprì le mie mutandine di pizzo. Ansimai contro la sua bocca. — Sergei! Non possiamo.
— Perché no? — Mi stava tirando giù le mutandine lungo i fianchi. — Siamo fuori. Al buio. La porta è chiusa a chiave. Nessuno ci troverà.